RISCHI DOVUTI AL GRASSO VISCERALE

Articoli a cura del Dott. Angelo Genova, ideatore del metodo Happygenix

Gli adipociti, grasso viscerale, sono particolarmente attivi nel rilascio di elementi ad effetti locali e a distanza, ormonali, adipochine. Attraverso il rilascio diretto e non di queste sostanze, il grasso controlla l’appetito, il bilancio energetico, il senso di fame e di sazietà, l’immunità, la sensibilità all’insulina e quindi allo stesso metabolismo lipidico. 

L’eccesso di grasso viscerale determina il rilascio di sostanze pro infiammatorie, quali la interleuchina 6, citochine, altre che sono pro-stimolanti di un effetto pro-trombotico. 

 Gli adipociti, nel corso del tempo, aumentano di dimensione da accumulo di trigliceridi. Tale aumento non controllato può portare alla morte cellulare, con successivo stimolo e risposta infiammatoria con ulteriore ciclicità dello stato flogistico. 

Si ha così una sorta di reazione infiammatoria cronica da “corpo estraneo”. 

La particolare collocazione anatomica del grasso viscerale fa sì che i vari sotto prodotti infiammatori possano confluire nel distretto “portale”, la via di collegamento al fegato. 

L’elevata presenza in circolo di acidi grassi liberi fa sì che questi elementi nutrizionali si mettano in concorrenza e competizione con il glucosio ematico nell’ingresso cellulare. 

Questo comporta un aumento della glicemia, quindi una risposta secretiva di insulina da parte del pancreas. Caratteristica comunque importante nella differenziazione del grasso sottocutaneo da quello viscerale è l’elevata sensibilità di quest’ultimo agli stimoli lipolitici. 

In caso di dimagrimento il primo ad essere bruciato è quello viscerale. Risulta quindi chiaro e fondamentale l’obiettivo di ridurre il tessuto adiposo.

INFIAMMAZIONE E GRASSO VISCERALE

L’infiammazione è strettamente collegata al tessuto adiposo. 

Per tessuto adiposo si intende il deposito di grasso nei vari distretti del corpo. Precisamente si differenzia in grasso sottocutaneo (concentrato nell’ipoderma) , quello intramuscolare, distribuito tra i muscoli e quello viscerale, noto come grasso addominale, concentrato all’interno della cavità addominale e tra i visceri. 

 L’eccesso di grasso addominale, tipicamente del sesso maschile, si contrappone all’obesità di tipo ginoide, femminile, con un’adiposità più concentrata nella metà inferiore dell’addome, nella zona dei glutei e a livello delle cosce. 

Da questa sommaria ma efficace differenziazione si mette in risalto l’importante quota ormonale che soggiace a questa diversa distribuzione. 

L’obesità di tipo androide è oramai chiaramente messa in rapporto ad elevati fattori di rischio e di mortalità di patologie cardiovascolari, nonché un elevato fattore di rischio di diabete di tipo II. 

La pericolosità relativa alla presenza subdola e spesso trascurata del grasso viscerale è da collegarsi alla attività endocrina (produzione ormonale) direttamente in rapporto alla quantità di tessuto adiposo. 

Risulta quindi naturale il passaggio da elemento meramente meccanico (elevato peso da trasportare), a vero e proprio organo ghiandolare che interferisce nell’equilibrio metabolico dell’organismo.

ALIMENTI CHE RIDUCONO IL GRASSO VISCERALE

Per ridurre il grasso viscerale e l’infiammazione bisogna assumere più fibre e meno alimenti raffinati.

 I legumi, la soia ed i suoi derivati sono una valida alternativa agli alimenti proteici di origine animale che, come ho segnalato a più riprese, sono pro infiammatori. 

La dieta antinfiammatoria è efficace se si ha l’attenzione di assumere più fibre attraverso le verdure (fino a 700 gr al giorno) e cereali integrali. 

In tal modo si potrà stoccare fibre solubili che riducono l’assorbimento degli zuccheri e dei grassi e aumentano il senso di sazietà, migliorando il transito intestinale senza provocare un effetto irritativo e provvedendo a riequilibrare il corretto rapporto in proporzione del microbioma.  

 

Dott. Angelo Genova

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